Penso che tutti noi in questi ultimi tempi siamo venuti a contatto con le informazioni del mainstream internazionale, con cui ci hanno bombardato di notizie, ben poco attendibili e documentate, in merito ai presunti “UFO” avvistati soprattutto nei cieli statunitensi e canadesi.
Dall’avvistamento di un presunto “UFO” a forma di globo il 4 febbraio scorso nel cielo sopra gli Stati Uniti, a quelli a seguire di forma ottagonale e cilindrica nel cielo sopra il Canada e l’Alaska, siamo stati esposti a forme ben note di fomentazione di paure di fronte a ciò che non si conosce, seguendo le varie argomentazioni dei governi territorialmente coinvolti, che andavano dal sostenere si trattasse di “palloni spia verosimilmente cinesi” ad oggetti volanti non identificati che violavano maleducatamente lo spazio aero di alcune nazioni. A prescindere dal fatto che anche gli stessi cinesi si sono lamentati di avere “in casa loro” questi svergognati palloni spia, verosimilmente americani o russi o quant’altro, sarebbe se non altro stato logico e opportuno, fare una verifica logica dei fatti, senza dover impegnare subito le forze militari per abbatte tali “palloni gonfiati intrusi”.
Ma ben conosciamo la capacità di mostrare raziocinio e senso di verifica dei fatti pacifica di chi ci governa a livello internazionale, mostrando una “marcata sensibilità sociale” pari a quella di un elefante che si muove in una cristalleria!
Si parte subito con la “giustificabile” aggressione per difesa, senza nemmeno sapere contro cosa si va a sparare! Ovviamente ciò serve in primis ad aumentare le tensioni politico-sociali internazionali, come se non ne avessimo già abbastanza.
Vorrei a questo punto ricordare le parole dell’ex-ministro della difesa canadese Paul Hellyer, che da decenni sostiene nelle sue conferenze, che gli UFO, in senso di tecnologie non terrestri, non rappresentano una minaccia per la sicurezza nazionale! Idem sostiene l’Aviazione Militare Svizzera, che negli anni 70-80 aveva aperto un apposito dossier d’indagine in merito agli avvistamenti UFO riguardanti il territorio svizzero e in seguito ha chiuso il medesimo, dichiarando ufficialmente, che gli UFO non rappresentano una minaccia per la sicurezza nazionale. A loro interessava solo questo e quindi il dossier d’indagine è stato chiuso.
Abbattere un UFO, in senso di oggetto volante non terrestre, è cosa ben ardua. Si pensi per esempio alle dichiarazioni dell’Ufficiale pilota peruviano Oscar Santa Maria Huertas, che qui rapporto fedelmente.
Il mio nome è Oscar Santa Maria Huertas, e sono Ufficiale Pilota dell’Aeronautica del Perù, attualmente in pensione.
L’11 di aprile del 1980 alle 7 e 15, 1.800 persone si trovavano in formazione alla base aerea di La Joya, ad Arequipa. Tutti ebbero modo di osservare un oggetto stazionario nel cielo di forma circolare, che somigliava ad un pallone, alla distanza di circa 5 km ed alla quota di circa 600 metri. Era luminoso perché rifletteva la luce del sole.
Il Comandante della mia Unità m’impartì il comando di decollare ai comandi del mio aereo Sukhoi 22 per abbattere l’oggetto sferico, dato che si trovava senza permesso in uno spazio aereo proibito e temevamo un’azione di spionaggio.
Io mi avvicinai all’oggetto ed esplosi 64 colpi da 30 mm; alcuni di tali colpi ricaddero a terra, ma altri lo centrarono in pieno, ma senza alcun effetto.
I colpi non rimbalzarono, ma furono probabilmente assorbiti dall’oggetto. La cortina di colpi che esplosi, in forma di cono, avrebbe normalmente distrutto qualsiasi oggetto che si trovasse sul suo percorso.
L’oggetto allora cominciò ad allontanarsi dalla base salendo in verticale. Arrivato alla quota di 30 mila piedi si arrestò bruscamente, obbligandomi a passargli di lato, dato che mi trovavo a soli 500 metri di distanza da lui.
Feci allora un tentativo di attaccarlo dall’alto, ma proprio nel momento in cui lo avevo inquadrato nel mirino ed ero pronto a sparare, l’oggetto salì bruscamente in verticale, evadendo l’attacco. Per altre due volte riuscii ad inquadrarlo nel mirino quando si era fermato, ma in entrambi i casi schizzò via all’ultimo istante prima che sparassi.
Decisi allora di salire a piena potenza per arrivare molto al di sopra dell’oggetto, ma anch’esso cominciò a salire, quasi in parallelo con il mio aereo. Quando superai i 19 mila metri, l’oggetto si fermò. Fu allora che riuscii ad avvicinarmi a circa 100 metri da esso.
Aveva un diametro d’una decina di metri, la superficie presentava un aspetto smaltato, con una cupola di colore crema su una base metallica ampia e circolare. Non aveva motori, impennaggi, finestre, antenne; era sprovvisto di tutti i tipici componenti degli aerei, e senza alcun sistema di propulsione visibile.
Fu allora che mi resi conto che non si trattava di un dispositivo per lo spionaggio, ma che era un UFO, qualcosa di completamente sconosciuto.
Non avevo quasi più combustibile, quindi non potevo attaccare ne’ manovrare il mio aereo, né tanto meno fuggire ad alta velocità ed ebbi paura. Pensai che quella poteva essere la mia fine. Riuscii comunque a calmarmi e chiesi alla base che inviassero un altro aereo; mi risposero di no, perché era troppo alto, e che dovevo semplicemente rientrare.
Dovetti scendere planando a causa del poco combustibile rimasto, seguendo una traiettoria a zig-zag per evitare di essere attaccato, e controllando continuamente gli specchietti retrovisori per assicurarmi che l’oggetto non mi seguisse, ma non successe nulla.
Trascorsi 22 minuti manovrando contro l’oggetto; una volta atterrato, questo rimase stazionario sulla base per altre due ore, e fu osservato da tutti coloro che si trovavano nella base.
Un documento del Ministero della Difesa degli Stati Uniti intitolato “UFO avvistato in Perù” descrisse l’evento, affermando che l’origine dell’oggetto era sconosciuta.
Quest’importante testimonianza è solo una di molte altre, fatto che ci dovrebbe fare capire che questi oggetti possiedono una tecnologia infinitamente superiore alla nostra e che se avessero voluto invaderci o farci del male, avrebbero potuto farlo ripetutamente attraverso tutta la nostra storia. Non serve il nostro militarismo, con cui le nazioni si indebitano in termini di miliardi di dollari, contro di essi, men che meno il potenziamento scellerato del bellico nucleare, con cui dimostriamo come specie, dicasi umana, una volta in più che il peggior nemico dell’uomo è l’uomo stesso.
Candida Mammoliti-Ghirimoldi
Presidente CUSI, Pambio-Lugano, Svizzera