Cosi abbiamo una teoria Dogon su Sirio B che corrisponde esattamente ai fatti scientifici appurati, oltre a contenere informazioni che noi moderni non abbiamo ancora scoperto. I Dogon definiscono Sirio B la stella “infinitamente piccola”. Da quanto sappiamo, essa è un nana bianca, il più minuscolo astro visibile del cosmo, Ma l’affermazione più strabiliante di questa tribù è la seguente:
«La stella ritenuta la più piccola del cielo è anche la più pesante: La digitaria è la cosa più minuscola che c’è.»

Da sinistra, l’orbita della Digitaria (Sirio B) intorno a Sirio come la raffigurano graficamente i Dogon sulla sabbia. A destra, un moderno diagramma astronomico dell’orbita di Sirio, con gli anni che indicano le posizioni di Sirio B in quelle date. Si noti che i Dogon non collocano Sirio al centro del disegno ma 10 situano vicino a un fuoco della loro approssimata ellisse, uno dei tratti più straordinari della loro informazione, il che fa combaciare il tutto col diagramma a destra a un livello portentoso.
Essa è la stella più pesante, è composta da un metallo detto sagala un po’ più lucente del ferro e così pesante “che tutte le cose terrene messe insieme non possono sollevarlo”. In effetti, la stella ha un peso pari a quello di tutti i semi, o di tutto il ferro della Terra (citazione tratta sempre dall’articolo di Griaule e Dieterlen. Questa è la tradizione più sacra e segreta che coltivano i Dogon, la base della loro religione e della loro vita.

L’estensione lineare sulla destra è scientificamente affidabile e basata sulle misurazioni della velocità di rotazione di Sirio B attorno a Sirio A. L’estensione lineare sulla sinistra non è scientifica si tratta di una correlazione presunta, dato che dalle informazioni dei Dogon non c’è modo di sapere con certezza la velocità di rotazione della Digitaria. Pertanto, queste estensioni lineari non costituiscono una prova certa di una correlazione esistente. Tuttavia, è probabile che il rapporto esista perchè si presume che la Digitaria si muova a una velocità che ha un senso astronomico (poichè se corrispondono la forma dell’orbita e la distanza, dovrebbe corrispondere anche il periodo).
Viene inoltre riferito che «per i Dogon esiste un gran numero di stelle e di mondi dal moto a spirale». Essi distinguono nettamente fra tre tipi di astri tolo: «Le stelle fisse fanno parte della “famiglia di stelle che non ruotano attorno a un’altra”, i pianeti appartengono alla “famiglia di stelle che girano attorno a un’altra stella”, i satelliti sono detti tolo gonoz “stelle che descrivono il cerchio”.» Il moto dei corpi celesti viene equiparato alla circolazione del sangue: pianeti, satelliti e altri compagni sono “sangue che circola”. Ciò ci mette al corrente del fatto straordinario per cui, grazie alla loro tradizione, essi conoscono il meccanismo della circolazione sanguigna. Nella nostra cultura, fu l’inglese William Halvey (1578-1657) a scoprirla. Per quanto ci possa apparire strano, nel mando occidentale prima di lui nessuno ne aveva rilevato il funzionamento. J. Aubrey, autore di Brief Lives , il quale conobbe bene Harvey, scrisse: “Ho sentito raccontare da lui che, dopo la pubblicazione del suo Circulation of the Blood, il popolino credeva che egli fosse pazzo”. Presso i Dogon, invece, la gente comune non crede che i loro sapienti siano matti. Ecco la teoria della circolazione del sangue come la espongono loro:
Il movimento nel corpo del sangue che circola all’interno degli organi, del ventre, da un lato sangue “chiaro”, dall’altro quello “grasso”, le tiene ambedue unite (le parole dell’uomo): è il progredire della parola, il sangue-acqua o chiaro, passa per il cuore, poi nei polmoni, nel fegato e nella milza; il sangue grasso scorre nel pancreas, nei reni, negli intestini e nei genitali.
Furono i Cinesi a scoprire per primi la circolazione sanguigna, ma noi occidentali ne siamo venuti a conoscenza solo nel 1546, quando vi fece cenno Michele Serveto. In effetti, lui, Giordano Bruno e due altri precedettero Harvey. Nel classico testo di medicina The Yellouw Emperor’s Manual of Corporeal Medicine, risalente al II secolo a.C., i Cinesi divulgarono la teoria che si ritiene sia stata enunciata originariamente nel VI secolo a.C. Essa non superò i confini della Cina per due millenni, ed è improbabile che sia penetrata in Africa occidentale. I Dogon dicono: «…il cibo che mangiamo, le bevande che ingeriamo, tutto ciò viene trasformato da Amma in sangue rosso; il sangue bianco è una cosa negativa». Essi sanno che «l’essenza del nutrimento passa nel sangue», oltre a sapere che il sangue raggiunge i vari organi interni “partendo dal cuore”; Sembra che conoscano anche quale sia il ruolo dell’ossigeno, o perlomeno “dell’aria”, che penetra nel flusso sanguigno, dato che paragonano l’aria alla “parola”, che secondo loro entra nel circolo sanguigno apportando il “nutrimento all’interno” tramite “l’impulso dato dal cuore”. «L’assorbimento della “parola” (aria) nel corpo ha a che fare inoltre con il cibo che nutre il sangue. In questo processo di assorbimento sono associati tutti gli organi della respirazione e della digestione.» La Via Lattea, paragonata alla circolazione sanguigna, come già detto, viene descritta ulteriormente così: “Il termine yalu ulo designa la Via Lattea della nostra galassia, che comprende tutto il mondo astrale di cui fa parte la Terra, e che vortica a spirale. Essa include lo sviluppo e la moltiplicazione, quasi all’infinito, dei mondi astrali dal moto spiraliforme creati da Amma…Vi sono mondi a spirale che riempiono il cosmo, infinito eppure misurabile. Presso i Dogon, Amma è il Dio supremo.